Presentarsi a un colloquio in un’agenzia di pubblicità richiede una preparazione specifica, che va oltre le regole più classiche e chiede a chi lo sostiene di dare qualcosa in più. Scopriamo perché.
Il mercato della pubblicità e della comunicazione, più in generale, è ricco di agenzie, studi grafici, aziende di marketing, case di produzione, ecc., concentrate per lo più nelle grandi città, dove è maggiore la presenza di aziende, quest’ultime sempre alla ricerca di prodotti e servizi finalizzati allo sviluppo della propria immagine.
Parallelamente sono nate, negli anni, scuole preposte alla formazione di giovani creativi e tecnici del settore, atte a “sfornare” talenti in grado di affrontare al meglio le opportunità lavorative offerte dal mercato.
Purtroppo, nonostante questi istituti forniscano una buona preparazione, nella stragrande maggioranza dei casi, non insegnano come ci si presenta al mondo delle agenzie, o, meglio, come ci si presenta a un colloquio all’interno di un’agenzia di pubblicità o di comunicazione, come ci si deve comportare al cospetto di un art director, di un art buyer o di un direttore creativo.
Un’agenzia di pubblicità non è un’azienda qualsiasi, pertanto è necessario preparare bene il colloquio di lavoro che si andrà a sostenere, studiarlo a tavolino senza improvvisazione, pensando sempre che se ci si presenta ad un’azienda che vende creatività, è bene far capire fin da subito che si è sulla stessa lunghezza d’onda, persone “effervescenti”, in grado di mettere a disposizione le proprie idee.
QUINDI? COSA È MEGLIO DIRE, MA, SOPRATTUTTO, NON DIRE A UN COLLOQUIO IN UN’AGENZIA DI PUBBLICITÀ?
Come in un qualsiasi incontro di lavoro, anche nel colloquio in un’agenzia di pubblicità è importante sempre il primo impatto, la prima impressione che si dà.
Fa sempre piacere incontrare una persona educata, sorridente, pulita ed ordinata; non è necessario vestirsi in modo stravagante o avere dei comportamenti “alternativi”, per dimostrare di essere creativi a tutti i costi, basta essere semplicemente se stessi, cordiali, non eccessivi, così da dare un’idea positiva di quello che si è, anche perché, per dimostrare di avere dei “numeri” e delle capacità, lo si capirà in seguito, all’esibizione del proprio portfolio.
In un colloquio di lavoro all’interno che avremo in un’agenzia di pubblicità non si può barare.
Chi ci sta di fronte è generalmente un professionista abituato a vedere migliaia di persone, creativi, fotografi, illustratori, filmo maker, account, ecc. e, quindi, in grado di individuare chi può essere interessante per l’agenzia che lui rappresenta, in quanto preposto a trovare nuovi professionisti con potenzialità e idee innovative.

Quindi, niente gomme da masticare, parolacce, pantaloni strappati o aria di sufficienza, ma tanta umiltà, questo si; chi si presenta al mondo del lavoro ha ancora tutto da dimostrare e da imparare.
Fondamentale, inoltre, è farsi trovare “preparati”, aggiornarsi sul mondo della comunicazione, sulle ultime campagne uscite sui giornali e TV, sui principali avvenimenti della cronaca e di costume; un buon consiglio è di vedere tanti film e televisione, andare a teatro, a concerti, seguire il web, frequentare gente, insomma, tutto ciò che può essere fonte di ispirazione e stimolo per la nostra creatività.
Prima del colloquio in un’agenzia di pubblicità, è buona norma informarsi su quali siano i suoi clienti, in che ambito opera, quali sono i creativi di punta che vi lavorano, quali sono la mission e la filosofia dell’agenzia, questo per far capire che se siamo lì e non altrove non è casuale, ma è perché noi stessi abbiamo scelto di proporci proprio lì, dove ci piacerebbe lavorare, questo è molto importante.
Essere a conoscenza di ciò che accade nel mondo e nel microcosmo delle agenzie di pubblicità (nel nostro caso) ci rende più interessanti durante il colloquio, credibili e degni di considerazione e stima.
Ma come devo presentare il mio portfolio durante il colloquio con l’agenzia di pubblicità?
Quando si esce da una scuola di pubblicità o di grafica si deve organizzare un portfolio che ci rappresenti al meglio e che dovremmo poi presentare in agenzia.
Innanzitutto è una buona cosa acquistare una bella cartella elegante con tanto di buste trasparenti e passe-partout per impaginare i nostri layout, sempre che non si voglia mostrarli sotto forma digitale tramite un computer portatile o un tablet.
Ciò che più conta, al di là dei contenuti è, prima di tutto, dare un’impressione di ordine e organizzazione, no a pagine sporche, buste sgualcite e disarmonia nella sequenza dei layout in esso contenuti.
Un buon consiglio, in fase preparatoria, è di mettere all’inizio della sequenza i lavori meno importanti, più semplici e, successivamente, quelli più “corposi”, di impatto, così da evitare che l’attenzione di chi ci sta di fronte, possa affievolirsi.
L’interesse e la curiosità devono essere, quindi, sempre crescenti in chi ci sta di fronte e chi sta presentando deve spiegare e sostenere ciò che sta facendo vedere, con grande entusiasmo e comunicando la propria voglia di entrare a far parte di un team di lavoro per dare il proprio contributo in agenzia. Se fossimo dei cavalli, dovremmo scalpitare…!
Determinazione, sicurezza, entusiasmo, questi sono tre elementi che devono trasformare un semplice colloquio di lavoro in una “big opportunity” da sfruttare al meglio, per uscire vincenti e, possibilmente, assunti!
Non è importante avere nel proprio portfolio dei lavori già realizzati o stampati, quello che è fondamentale è la capacità di trasmettere al nostro interlocutore cosa abbiamo nella testa, come vediamo la vita, in che modo osserviamo tutto ciò che ci circonda.
Possiamo farlo attraverso layout che raccontino il nostro modo di osservare e di rielaborare tutto in chiave creativa.
Far capire che vogliamo “spaccare le montagne”, che l’agenzia avrà sicuramente bisogno di noi, del nostro entusiasmo, della nostra voglia di lavorare, per quanto amore abbiamo nei confronti della professione di creativo pubblicitario, ciò che vorremo diventasse la “nostra” professione.
Tutto ciò che deve distinguere un creativo è la curiosità, la curiosità per qualsiasi cosa ci circonda, avere la tecnica di un adulto ma l’anima di un bambino, tutto qui.

L’atteggiamento sempre positivo non deve mai abbandonarci; anche se un colloquio non va come avremmo voluto, è importante analizzare cosa è andato storto, per modificarci e, migliorare per il colloquio successivo, facendo tesoro degli eventuali consigli che ci sono stati dati e della piccola preziosa esperienza appena vissuta. Insomma, tutto è utile…!
Un piccolo trucco che si può adottare quando si finisce un colloquio in un’agenzia di pubblicità, è quello di chiedere a chi ci sta di fronte, di darci qualche riferimento di colleghi di altre agenzie, così da avere dei riferimenti telefonici da contattare a nome di chi ci ha appena congedato.
Così facendo i nostri contatti si moltiplicheranno, facendoci, in qualche modo, entrare “nel loro giro”.
Crea il tuo stile
Altro aspetto molto importante è crearsi da subito un proprio “stile”;.
Quali sono le campagne pubblicitarie che ci piacciono maggiormente?
Quale tipo di grafica mi rappresenta?
Quali sono le agenzie di comunicazione nelle quali mi piacerebbe lavorare?
Avere le idee chiare fin da subito è fondamentale, sapere esattamente cosa si vuole per andare dritti all’obbiettivo.
Chi abbiamo di fronte deve capire subito con chi ha a che fare e più noi siamo in grado di tramettere le nostre capacità creative e la nostra determinatezza, tanto più saremo vincenti all’interno del colloquio di lavoro.
Tanto più saremo capaci di far divertire chi ci sta di fronte, presentando i nostri lavori, tanto più impressioneremo colui che, in seguito, dovrà sostenere la nostra candidatura di fronte al titolare dell’agenzia, per far si che quest’ultimo ci accolga nella propria “scuderia”.
Vogliamo sempre bene a chi ci fa divertire, quindi sfruttiamo anche i colloqui di lavoro come dei momenti che nel bene e nel male ci possono far crescere, destando curiosità in chi sta perdendo del proprio tempo per sentire quello che abbiamo da dire, magari strappandogli dei sorrisi che ci renderanno memorabili.
Ogni anno centinaia di nuovi futuri potenziali creativi escono dalle scuole di pubblicità, di grafica, di fotografia, ecc., pronti a girare le agenzie per proporre la propria candidatura.
In pochi hanno la tenacia di insistere, dopo aver preso le prime porte in faccia, in pochissimi sono quelli che riescono ad entrare nelle agenzie più importanti che lavorano per clienti internazionali.
Se riusciremo ad ascoltare i consigli che abbiamo elencato in questa pagina, potremo affrontare i nostri colloqui di lavoro a testa alta, anche se fatti nelle grosse agenzie.
Se saremo in grado di far emergere il nostro carattere e la nostra personalità, non avremo più ostacoli, ogni insuccesso, che può fisiologicamente capitarci, deve essere uno stimolo per fare meglio, per crescere e per “temprare” la nostra forza di volontà; solo così potremo convincere chi ci sta di fronte che dovrà assumerci per lavorare nella sua agenzia, dovesse crollare il mondo…!
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